T-ONE - EDGAR ALLAN POE

Testo della canzone: Dondolo nel buio Come un pendolo Sopra un pozzo turpe Dal quale sfocia il Gorgo, io che rifuggo, La morte mascherata sogghigna dietro il suo rosso Mi nascondo Nella reggia di carta del mio subconscio Il gatto nero e il corvo, Mi scrutano torvo, Mentre spire di spiriti mi spirano attorno, Grido silenzio, serrandomi il collo. parole fatte d'oppio, Che raccontano l'astratto coraggio d'un sogno. Annebbiato dai fumi dell'orgoglio, cado morente? tant'è che non ricordo. La miglior penna del mio tempo, così racconto/ Nelle bettole favello la mia arte ad ogni porco/ Che non apprezza perle del mio soliloquio, Spintoni mi scagliano sull'acciottolato senza il freddo conforto del soldo. (addio al mondo) Vivo in post mortem fra i viventi Contagiandone le menti assenti Mentre la Paura vi trasmuta in corpi spenti, Resi freddi dal tocco dei miei spettri Che s'insinuano nei vostri letti veleniferi, come serpi Bianco come il buio Nero di spergiuro Il mio mondo creato dall'estro di un impuro personaggio turpe, ed insicuro percepisco l'eco dei dannati dall'Erebo oscuro Dalla cassa obliqua scenderò, sgusciando nel baratro, troverò innanzi la pira dei miei scritti /un trono malefico Il demone perverso dell' Incubo, mi accoglierà leggendolo, (RIDENDO) tra le dita, scintillante il pendolo... (UN VECCHIO AMICO MESMERICO) Benvenuto Edgar Allan Poe! Sono in uno stato spirituale depressivo mai avvertito Mi sforzo di resistere, Per questo scrivo Rifugiandomi in un mondo osceno dannato e proibito/ Che il mio celebro Sia tetro come il mio scheletro, si è intuito, È innegabile Scrivo di sventure per rendere la mia esistenza meno miserabile Cereo e funebre il mio aspetto è Sintomatico di una tempra labile Il mio dolore anteriore Sfocia in un'insania da oratore Fu l'infinita oscillazione Fra gaudio e disperazione che mi portò a non sopportare la perdita dell'Amore Vedendo il di lei cuore fuoriuscire dalle labbra assieme al suo candore Non ebbi altra altra scelta Se non rinunciare alla mia ragione Benvenuto Edgar Allan Poe